Ruanda. 1996. Due anni dopo il genocidio avuto luogo del suo paese, Elí Mushengezi, un ragazzo di 13 anni, ricorda in una emotiva lettera il Padre Karoli, un frate mercedario che lo trasse in salvo da quella pioggia di bombe e spari. Si trata di una delle tante vittime salvate dall’opera umanitaria dei missionari presenti in Ruanda e Burundi. Quasi trent’anni dopo, Elí decide di intraprendere un eccitante viaggio verso la parrocchia spagnola dove si trova l’amico sacerdote. E non è l’unico. L’accompagnano i missionari che facevano parte di quella spedizione nelle terre africane, un’avventura iniziata nel 1968 con i Frati Mateo Goyenaga, Pablo Ruiz, Germán Suárez e Gregorio Dafonte. Cinquant’anni dopo, questa manciata di sacerdoti missionari si uniscono di nuovo in un incontro piena di tenerezza e speranza, lasciandoci una testimonianza sincera e reale sul lavoro delle missioni mercedarie. Nel 1994 i centosessanta missionari spagnoli che si trovavano in Ruanda e Burundi ricevettero il prestigioso riconoscimento spagnolo “Premio Principe de Asturias”.

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